MI È VENUTA QUESTA IDEA

“Non sono niente. | Non sarò mai niente. |
Non posso volere d’essere niente. | A parte questo,
| ho in me tutti i sogni del mondo.”  

Fernando Pessoa

In questi anni, avvennero in Copan alcuni cambiamenti: nel ’98 la sede si sposta da Bovezzo all’attuale zona industriale di Brescia e nel 2000 venne a mancare il Sig. Triva. Daniele passò ai vertici aziendali, più che per diritto, per la sua abitudine consolidata di gestire l’azienda, mentre Stefania, dopo essere passata dal settore commerciale a quello logistico, si impegnò a seguire il settore del regulatory. 

Copan è salita di livello, l’aver scelto di spingersi verso il settore della microbiologia, incominciò a dimostrarsi un’opzione vincente, così come furono vincenti le scelte di puntare su prodotti sempre più competitivi, come il CMT®. Ma le idee non si fermarono qui: nel 2003 venne realizzato il FLOWSwabs®.


Santina Castriciano è italo-canadese, piu’ canadese che italo, per essere ancora più precisi è sicula-canadese. Questo è importante sottolinearlo, perché se ascolterete la storia della sua lunga carriera che ha inizio ancora negli anni ‘60, potrete apprezzare l’ascolto di una nuova lingua, che fonde l’americano già modulato dal francese, tipico del canadese, con gli accenti agrumati del siciliano.  

«Quando ho conosciuto Copan, non avevo idea che fosse un’azienda Italiana, avevo gia usato alcuni tamponi Copan nell’89 per uno studio e non lo sapevo fosse un’azienda italiana. Non avevo proprio idea di cosa fosse Copan», racconta Santina, «ho parlato con Daniele Triva al telefono, mi chiese di andare a trovarlo per conoscermi quando fossi stata in Italia, in quanto sarei dovuta andare a Brescia per la nascita di mio nipote. È nata così la nostra collaborazione, partendo dal disegno del primo tampone floccato nasofaringeo, fino alla sua validazione e pubblicazione, che hanno dato il via all’introduzione dei tamponi floccati nel mercato mondiale.

Daniele mi disse una volta, durante uno speech di una festa natalizia, che secondo lui mi presentavo come virologa ma ero anche brava a vendere: “Perché conosco bene i prodotti dal punto di vista scientifico”, gli ho detto io, lui mi ha risposto: “anche, ma soprattutto perché hai un’ottima intuizione, come un’ottima seller!”.

La mia intuizione, se così posso chiamarla, l’ho sempre applicata allo sviluppo, ricerche e validazioni di nuovi prodotti Copan. Nella mia carriera mi ha sempre affascinato trovare soluzioni ai problemi della microbiologia, se questo poi mi ha portato a incastrare il successo di Copan, lo devo tutto all’ottimo rapporto con la comunità scientifica e il rispetto per la famiglia Triva.

È impossibile non legarsi a Daniele e a tutti loro. Alle volte cerco di pensare a ciò che è successo a Daniele come un progetto che mi ha fatto diventare “Mamma Santina”: quando è stato male, sono stata incaricata da Daniele a sequirlo come il mio progetto principale, così mi sono dedicata a trovare tutti i centri che potevano aiutarlo nel fare tutti i controlli, anche nel caso in cui è dovuto andare in Svizzera per una consulta, o quando si sono ottenute le opinioni di tutti i centri importanti americani, con la speranza che potessero ribaltare la situazione.»

Per parlare della Copan di oggi, sorvolando le lacrime che ancora oggi si versano nel ricordare quei giorni del 2014, Santina dice: «Prima Copan era una “soup  kitchen”, una piccola osteria. Adesso è un “5 stars hotel”.
Vedo una Copan diventata davvero multinazionale, ma c’è ancora tanto da fare, la vecchia filosofia di “Sky is the limit” deve sposare la mentalità dei giovani e meno giovani che oggi ci sono in azienda. Deve sempre essere “shining”, brillante, in modo tale che Daniele la veda brillare da la sù e in noi rimanga l’idea di tenere quella brillantezza sempre all’avanguardia.»

Santina Castriciano